Il progetto
“Progettare uno showroom per Listone Giordano vuol dire parlare di legno e di pavimenti. Uno showroom non è necessariamente un luogo dove disporre in bella maniera i prodotti, ma è soprattutto un luogo dove mettere insieme conoscenze, esperienze e idee su legno e pavimenti. Quindi questo è un luogo di incontro in cui l’idea di pavimenti può crescere e può diventare un’idea per l’immaginazione del futuro.”
Michele De Lucchi
Non
un semplice
Showroom
Arena è showroom, flagship store, spazio espositivo: è tutto ciò e molto di più. È una piazza pubblica, una “agorà”, un luogo dove pensare al futuro, fare cultura, condividere idee, trasferire conoscenze e trasmettere i valori dell’azienda. La storia, la passione, l’amore per il legno, il rispetto della materia prima pervadono gli ambienti, il principio progettuale di Michele De Lucchi si è infatti concentrato sulla volontà di mostrare i valori su cui si fonda Listone Giordano prima ancora che i prodotti dell’azienda.
La volontà che ha guidato la fase progettuale di Arena è stata quella di andare oltre la funzione, di creare uno spazio trasversale dove le persone fossero invitate a entrare e sostare, un ambiente che ispirasse creazione e nuova immaginazione e che supportasse le personalità individuali, in modo analogo a quanto faceva negli anni Trenta La Penna d’Oca. Listone Giordano Arena è un “ristorante mentale” che nutre la fantasia e le menti di chi lo frequenta.
Listone Giordano ha messo a disposizione di Milano un laboratorio di idee e di progetti: Arena è uno spazio per la collettività, è la restituzione di un luogo alla città. I paradigmi della società moderna cambiano e sono in continua evoluzione e l’architettura ha un ruolo sociale fondamentale: non si limita a seguire ma si propone come guida, ha il compito di indirizzare tali cambiamenti e di suggerire una via per nuovi modi di vivere.
“Amiamo l’arte e la storia, fanno parte del nostro cromosoma: le abbiamo ritrovate in questi luoghi, in queste mura che hanno visto passare personaggi straordinari. Non solo perché qui scorreva il naviglio, ma perché è stato un luogo di avanguardie, di scontri, di incontri: qui è stata tenuta negli anni 30 la famosa cena di Marinetti che ha dato una avvio alla tradizione della cucina futurista. È stato un ristorante, un luogo di incontro firmato Gio Ponti e quindi ha in qualche modo nel suo DNA lo spirito di creatività e di pensiero geniale.”
Andrea Margaritelli
Brand Manager Listone Giordano
L’Arena è il “Ristorante Mentale” dove è possibile prenotare fin d’ora per poter gustare gli ingredienti più raffinati della cultura del Disegno e della Ricerca del Progetto, in un luogo che pone al centro di ogni incontro la libertà espressiva, la qualità dei talenti e la ricerca di argomenti capaci di lasciare una traccia semantica fatta di parole, segni, oggetti, suoni, impressioni e intuizioni.
Maurizio De Caro
Hub
di materiali
L’anfiteatro firmato da Michele De Lucchi è un crocevia di design, arte e cultura che vede alleati brand come Vaselli, Panzeri, Simes, Passoni, Paghera. Un vero e proprio HUB dove protagoniste indiscusse sono la materia e materiali naturali.
Una nuova stimolante coabitazione, in chiave di progresso sostenibile, tre ricerca e sperimentazione, metodologie di produzione e applicazioni innovative a disposizione del mondo della progettazione. Dalle trasparenze del vetro, alle venature del legno, dall’intensità della terra cruda alla lucentezza del metallo, dalla magia della luce alla forza della pietra, i Brand dialogano con i progettisti sui temi della sostenibilità e del futuro.
L’identità
arena
L’identità come strumento d’indagine e racconto di un luogo e della sua storia. Questa la premessa alla base del progetto arena, un sistema d’Identità che affonda le sue radici nella Milano di inizio 900.
Nel 1927 i locali che oggi ospitano il nuovo flagship Listone Giordano erano sede del famoso ristorante “Penna d’Oca”, luogo d’incontro di artisti, letterati e pubblicitari ante litteram. Il locale, progettato da Giò Ponti, era prima di tutto un luogo di confronto, di fermento culturale e sede di accesi dibattiti. È in questa atmosfera che in Italia la pubblicità o l’idea di pubblicità muove i primi passi e comincia a definire non solo l’identità della città ma anche quello che verrà chiamato il moderno cartellonismo italiano Qui si incontravano personaggi come Dudovich, Marcello Nizzoli, o Federico Seneca.